Nel giorno della ricorrenza della morte di Papa Gregorio X avvenuta ad Arezzo il 10 gennaio 1276, la città si riunisce in Cattedrale per rendere omaggio al Pontefice oggi Beato. In questa occasione si apre l’anno giostresco ed i quattro Quartieri offrono un cero ciascuno. Questa tradizione ha origine antiche e trova testimonianza nel 42° Articolo del II libro dello Statuto del Comune di Arezzo del 1327.
Art 42 Libro II
Si è stabilito che ogni anno vengano spese nella festività del beato Gregorio, di denaro del comune, cento lire in ceri che devono essere offerti, nel giorno della sua festa, da parte del signore Podestà e del Consiglio dei Quattrocento, alla chiesa cattedrale aretina; le quali cento lire devono essere convertite per la costruzione della stessa chiesa. Il Podestà deve far pubblicamente avvisare per la città che nel giorno della predetta festività le botteghe non devono essere aperte, ma la festività del medesimo (Gregorio) deve essere celebrata e mantenuta con reverenza, e il suo giorno dev’essere festivo (10 gennaio). Devono essere mandati due frati Minori e due dei Predicatori a sollecitare la canonizzazione del predetto santissimo corpo. Devono sovraintendere al compito di procurare e offrire i detti ceri quei 4 uomini che furono eletti nella festa del beato Donato che ha preceduto, secondo il primo capitolo di questo libro.
il capitolo in questione prevede:
Art 1 Libro II
Inoltre i Signori Otto, quindici giorni prima della festa (di San Donato), devono eleggere quattro buoni uomini (presumibilmente uno per quartiere) che vadano col Camerlengo del comune di Arezzo a comprare detto palio e lo sparviero e le altre predette cose, e devono intervenire a comprare i ceri che devono essere offerti dal comune di Arezzo nella detta festività ed a farli distribuire secondo il modo che sotto è contenuto in questo capitolo.
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