La prima espansione ed il primo Podestà
Nel 1153 si assiste ad un cambiamento nell’organizzazione giuridica della città dal momento che compare in un documento che attesta l’espansione del Comune al territorio di Vitiano, con la presa del suo Castello, la presenza di Monaldo come Rector et gubernator Aretine civitatis, in altre parole il primo Podestà. Si assiste dunque al primo passaggio del governo comunale dalle mani dei Consoli a quelle di una sola persona, il Podestà appunto. L’istituzione comunale non è ancora affatto stabile e questo non sarà un cambiamento definitivo dal momento che a più riprese si assisterà al ritorno dei Consoli. Il personaggio menzionato nel documento è probabilmente Monaldo Rolandini Pagani, esponente di una nobile famiglia aretina imparentata con i Tignosi di Rocca di Tintinnano nella Valdorcia.
La discesa del Barbarossa
La discesa in Italia dell’Imperatore Federico Barbarossa per arrestare l’ascesa dei Comuni dell’Italia Settentrionale nel 1154 segna una battuta d’arresto ed una involuzione per il processo di affermazione che il comune aretino stava attuando, tuttavia la sconfitta del Barbarossa nella battaglia di Legnano del 1167 e la successiva Pace di Costanza nel 1183 in cui l’imperatore riconosce ai Comuni della Lega Lombarda ampie concessioni, ridanno forza all’azione di tutti i Comuni italiani compreso quello aretino.
Il ripristino del regime consolare e la nuova classe dirigente
Già dal 1163 i documenti testimoniano il recupero di un regime consolare ad Arezzo che durerà fino al 1182 anche se tuttavia tale assetto rimarrà inquadrato nel sistema imperiale. La documentazione risalente a questo periodo è ricca e ci permette di capire che i Consoli nominati in questa fase sono espressione del ceto dominante cittadino e di famiglie legate alla chiesa camaldolese di S. Michele ancora presente nell’omonima piazza. Un ruolo notevole è ricoperto in questi anni da Bostola del fu Ugo, capostipite dei Bostoli, documentato dal 1148 al 1175, strettamente imparentato con i nobili di Carpineto e Sassello; Sterpolo di Nerlo e suo figlio Nerbotto, documentato tra il 1177 e il 1216, legati ai Bostoli; Arengerio del fu Baldovino, documentato dal 1146, legato alla famiglia Viviani e agli eredi del Vicedomino Rolando, progenitore dei Tarlati; Homodeo di Boccacio. Questo è il periodo in cui si formano le due fazioni una capeggiata dai Bostoli e l’altra dai Tarlati che si formalizzeranno, come attesta un documento del 1222, e che diventeranno successivamente la fazione Guelfa e Ghibellina.
Il comune nel periodo dell’Imperatore Enrico VI
Tra il 1186 e il 1197, con l’elezione a Imperatore di Enrico VI, ad Arezzo si torna sotto l’orbita imperiale con la nomina di Conti tedeschi detti Amtsgrafen a presidio del territorio. Negli ultimi anni tuttavia il controllo del rappresentante imperiale non è così saldo dal momento che nel 1193 gli aretini si permisero di distruggere l’abbazia filoimperiale di S. Flora, che viene attaccata perché i suoi estesi possessi fondiari si interpongono rispetto al territorio del Contado controllato dal Comune. Le Abbazie diventano così nemiche, potenti tanto quanto scomode, rispetto alla volontà egemonica comunale, e per questo soggetti da assoggettare quanto più possibile al potere comunale.
Per approfondire
Delumeau, “Le origini del Comune aretino e le vicende successive fino al XIII secolo (1098-1222)” – Annali della Fraternita dei Laici XII
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