La definitiva vittoria del comune sul potere episcopale
L’ultima parte del XII secolo ed i primi anni del XIII per Arezzo furono ricchi di cambiamenti caratterizzati innanzi tutto dall’affermazione definitiva del primato politico sull’episcopato: con una bolla il Papa Innocenzio III nel 1203 obbliga il Vescovo ad abbandonare la cittadella del Pionta ed a trasferirsi in città.
Ulteriore espansione territoriale
Come mostra lo storico Luca Berti nel suo lavoro “Arezzo nel tardo Medioevo 1222-1440”, dal punto di vista della sua espansione si registra una ulteriore estensione del controllo territoriale, nel 1198 viene conquistato Castiglion Aretino, l’attuale Castiglion Fiorentino, nel 1209 il Comune prende l’Abbazia di Verghereto. Nel 1214 le milizie comunali occupano l’Abbazia di Capolona ed i Bostoli che proteggevano tale Abbazia si rivoltano in città scatenando una guerriglia. Poco dopo si ha il famoso episodio rappresentato anche da Giotto della cacciata dei diavoli da Arezzo a dimostrazione delle divisioni interne delle famiglie nobili. Nel 1218 si ha il primo Podestà forestiero. Il 1226 vede la presa di Caprese e nel 1230 il Comune aretino sferra il primo attacco a Cortona.
Costruzione del Palazzo del Comune
Il 1232 è una data fondamentale per la storia comunale, viene costruito il Palazzo del Comune in cima a Via di Pellicceria in posizione quindi elevata. Il Comune ha ora una sede istituzionale pubblica ed ufficiale che diventa il luogo dove si svolgono le attività, si prendono le decisioni e si stipulano gli atti, operazioni che fino ad ora si effettuavano nelle case private dei personaggi più rappresentativi della vita politica. A questa data il Comune ha esteso il suo controllo nel Contado per molte miglia anche se il territorio sotta la sua giurisdizione è distribuito a macchia di leopardo. Il Comune di Arezzo è per importanza al pari di quello di Firenze, Siena, Perugia e Città di Castello.
La nascita della classe popolare
Nei primi anni del XIII secolo appena descritti la città assiste ad un aumento demografico, si sviluppa l’economia e il Comune apre ai nobili provenienti dal Contado, che entrano per un mero calcolo opportunistico dal momento che ormai la forza del Comune è tale da estendersi ampiamente anche ai loro possedimenti. A questi si erano aggiunti nell’ultimo ventennio del XII secolo mercanti ed artigiani che partecipano alla vita politica ma ancora in posizione subalterna, ricorda Berti che fin dal 1181 i mercanti sono presenti alla vita politica cittadina in concomitanza con una crescita demografica testimoniata dalla costruzione della nuova cinta muraria di dimensioni triple rispetto alla precedente. Nei maggiori atti comunali sono chiamati ad intervenire i rappresentanti di gruppi di cittadini attivi nella vita economica urbana. Questi aretini sono riuniti in societas con dei propri rappresentanti detti Consoli. Nel 1196 si parla di un giuramento prestato all’abate di S. Flora da parte dei consules et societattum et dece boni homines per unamquamque portam civitatis, ma già nel 1181 si attesta un Joseph consul societatis de burgo sancte Marie, nel 1201 compare in un atto Orlando Sassoli console dei mercanti aretini, nel 1222 alcuni artigiani fanno parte del Consiglio della Campana organo comunale costituito da 200 uomini che da alcuni anni affianca il parlamentum di tutti i cittadini e l’esecutivo nel prendere le decisioni riguardo agli interessi comunali, nel 1236 Jacopo Peraventi partecipa ad un atto comunale maggiore in qualità di rector artium. Questa aria di novità ha una nuova battuta d’arresto fra il 1209 e il 1212 quando Ottone IV ristabilisce il sistema imperiale.
Per approfondire
Delumeau, “Le origini del Comune aretino e le vicende successive fino al XIII secolo (1098-1222)” – Annali della Fraternita dei Laici XII
Berti, “Arezzo nel tardo Medioevo 1222-1440”
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