Le fonti a disposizione non permettono di fare molta chiarezza sul destino del Popolo nel periodo che va dalla morte nel 1289 di Guglielmino degli Ubertini alla fine della Signoria dei Tarlati nel 1337, ma è improbabile che il regime di matrice popolare sia stato restaurato prima dell’inizio del XIV secolo. E’ possibile che i 16 difensori d’Arezzo nominati nel 1302 e nel 1303, siano da interpretare come una magistratura di matrice parzialmente popolare, ipotesi corroborata dall’attestazione nei documenti del 1304 dei XXIV, privi comunque del Capitano. Tuttavia almeno fino al 1311 non compare nelle fonti il Capitano del Popolo. In quest’anno si registra la sua presenza affiancato dai Difensori del Popolo e dal Gonfalone di Giustizia. E’ possibile che il regime popolare sia tornato in auge dopo la morte nel 1313 dell’Imperatore e Signore della città Arrigo VII e questo sarebbe dimostrato da un frammento di Statuto risalente presumibilmente al 1312-1313 dove si parla di un governo popolare, di un Capitano del Popolo, di Priori del Popolo e di Consoli dei mercanti. Negli ultimi anni della Signoria di Guido Tarlati e nei dieci anni successivi gestiti dal fratello Pier Saccone, documentato dallo Statuto del 1327, il partito popolare è assente, non è invece da escludere che nei primi anni di Signoria, il Vescovo Tarlati abbia mantenuto alcune magistrature popolari.
Dopo la cessione di Arezzo nel 1337 da parte di Pier Saccone Tarlati ai fiorentini, viene restaurato in città il regime popolare, che vede così iniziare la sua seconda esperienza.
Per approfondire
Berti, “Arezzo nel tardo Medioevo 1222-1440”
Scharf, “Potere e società ad Arezzo nel XIII secolo (1214-1312)”
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