Figlio del conte Guido VIII e di Giovanna Pallavicini, Guido Novello (1227 ca. – 1292) fu uno dei maggiori signori feudali della Toscana della seconda metà del XIII secolo. Il padre era uno dei cinque fratelli discendenti dal conte Guido VII, che avevano ancorato ciascuno la propria azione su un castello principale. Alla morte del padre, Guido Novello e il fratello Simone si trovarono così con un proprio patrimonio distinto da quello dei cugini, anche se è probabile che i rapporti tra i vari rami della famiglia, benché autonomi, fossero ancora assai stretti. Fu proprio nel corso della sua vita che si consumarono le scelte politiche che portarono i discendenti della vecchia famiglia comitale a militare su schieramenti opposti, sebbene siano riscontrabili elementi di contiguità nelle linee adottate da questi esponenti del ceto nobiliare, nel segno di una continuità di posizioni dominanti sia in ambito rurale, con il mantenimento del fulcro della loro azione in castelli dei diversi contadi, sia in ambito cittadino.
Entrambi i genitori di Guido Novello avevano sposato la causa di Federico II e lui stesso, nel 1247, da poco maggiorenne, ottenne insieme al fratello la conferma dei loro domini da parte dell’imperatore. Guido Novello assunse un ruolo di sempre maggior preminenza in seno ai ghibellini toscani, sebbene non gli mancasse una notevole scaltrezza nello stringere accordi con i guelfi e con la maggiore città guelfa, Firenze, resi necessari sia dalle contingenze politiche sia dalle difficoltà finanziarie dovute alle numerose guerre. Guidò i ghibellini alla vittoria di Montaperti nel 1260, ottenuta con l’appoggio di re Manfredi, che lo nominò podestà di Firenze. Dopo la morte di Farinata degli Uberti nel 1264 divenne il capo indiscusso dei ghibellini, come dimostra l’incarico di vicario per la Toscana che re Manfredi gli affidò. La fine del sovrano svevo, sconfitto da Carlo d’Angiò a Benevento nel 1266 e rimasto ucciso nel corso dei combattimenti, segnò un netto ridimensionamento delle aspirazioni dei ghibellini e della potenza di Guido Novello, che peraltro assisté all’ascesa del cugino Guido Guerra, che aveva da tempo sposato la causa guelfa. Gli anni dell’egemonia angioina furono assai duri per il conte: nonostante il prestigio che il suo lignaggio continuava ad assicurargli e i tentativi di un’intesa con il nuovo re francese, giunse a subire degli attacchi contro i castelli suoi e del fratello Simone. Le speranze di guidare la riscossa ghibellina si riaccesero a partire dagli anni ’70 del secolo, quando sembrava alle porte la discesa in Italia del nuovo imperatore designato, Rodolfo d’Asburgo, che tuttavia non ebbe mai luogo. Cionondimeno, Guido Novello riassunse un ruolo guida tra i ghibellini quando nel 1287 Arezzo, retta dal vescovo Guglielmino degli Ubertini appoggiato dall’aristocrazia ghibellina, divenne il fulcro del ghibellinismo toscano. Il conte divenne podestà della città nel 1289, nel pieno della guerra con Firenze e i suoi alleati guelfi. Fu pertanto presente tra le schiere aretine allo scontro decisivo di Campaldino, in cui era a capo di un contingente appostato in riserva nei pressi della chiesa di Certomondo, che peraltro era stata edificata proprio su iniziativa del conte per celebrare la vittoria di Montaperti. Tuttavia, contrariamente ai piani di battaglia, egli scelse di non intervenire e di ritirarsi nel proprio castello di Poppi, forse ritenendo la situazione dell’esercito ghibellino, attaccato sui fianchi, ormai irrecuperabile. La sua scelta gli attirò pesanti accuse di fellonia e non evitò ai suoi castelli la devastazione per mano delle forze fiorentine. Ormai anziano, morì ad Arezzo nel 1292.
Per approfondire:
Marocchi M. Guido Novello, in “Dizionario biografico degli Italiani”, v. 61, 2004.
Scharf G.P. Le intersezioni del potere: i Guidi e la città di Arezzo nella seconda metà del Duecento, in La lunga storia di una stirpe comitale. I conti Guidi tra Romagna e Toscana, a cura di F. Canaccini. Atti del convegno di studi Modigliana, Poppi, 28 – 31 agosto 2003.
Sito personale di Mario Venturi: www.parvimilites.it
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