Tra le figure di spicco dell’eterna lotta fra Guelfi e Ghibellini spicca quella di Guglielmo dei Pazzi del Valdarno, figlio di Ranieri (o Rinieri) Pazzi, detto anche Ranieri Pazzo, vissuto a cavallo della metà del XIII secolo e uno dei più celebri capi della fazione ghibellina attiva nell’area tra Arezzo e Firenze.
Educato al mestiere delle armi, Guglielmo, detto Guglielmo Pazzo, è stato un condottiero italiano che si è distinto per le battaglie in terra di Romagna e in quella di Toscana e più precisamente nel contado aretino. Il legame con la Città era anche rafforzato dalla parentela che costui aveva con il Vescovo di Arezzo, Guglielmino Ubertini, una delle figure di spicco della seconda metà del XIII secolo.
Tra le prime battaglie che resero leggendario Guglielmo dei Pazzi, vi fu quella di Ponte San Procolo (giugno 1275) presso il fiume Senio, a fianco di valorosi condottieri come Guido da Montefeltro, Maghinardo Pagani da Susinana e Teodorico degli Ordelaffi. Per i guelfi bolognesi fu una pesante sconfitta, tanto da perdere addirittura il carroccio: grazie a questa vittoria, Guglielmo Pazzo fu eletto dai ghibellini romagnoli “Capitano di Guerra di Bologna”.
Nel 1287, un altro fatto segna il destino di Guglielmo dei Pazzi: con l’appoggio del figlio di Guido da Montefeltro, Buonconte, e con il placet del Vescovo Guglielmino Ubertini e dei Ghibellini, Guglielmo caccia dal governo di Arezzo la fazione politica dei guelfi. Sono proprio questi ultimi che chiesero aiuto a quelli fiorentini, determinando una serie di assedi, culminati nella battaglia di Campaldino (11 giugno1289).
Nel 1288, Guglielmo dei Pazzi, ormai unito indissolubilmente con i Ghibellini di Arezzo, partecipò in qualità di comandante a varie campagne militari comprese quelle vittoriose definite dagli storici le “Giostre del Toppo”. Queste ultime non erano altro che una serie di scontri combattuti presso Pieve al Toppo (Ar) il 26 giugno 1288 fra Arezzo e Siena, in coalizione con la Repubblica di Massa (uno Stato indipendente durato dal 1225 al 1336, che aveva il suo fulcro nella attuale città di Massa Marittima).
L’11 giugno 1289, come anticipato, Guglielmo dei Pazzi combatté nella sanguinosa Battaglia di Campaldino, presso Poppi (Ar), dove perse la vita. Le cronache non sono molto precise sui fatti che portarono alla sua morte: si narra che abbia cercato di proteggere il Vescovo e comandante, Guglielmino Ubertini, impugnando le insegne di costui (si noti nella foto il cavallo con le insegne degli Ubertini e non quelle dei Pazzi il cui stemma araldico è all’inizio della pagina)e cercando, così facendo, di attirare su di sé gli attacchi dei Guelfi. Entrambi i condottieri, tuttavia, non poterono sottrarsi alla loro sorte funesta.
Per approfondire:
Enciclopedia Treccani
Cronica di G. Villani
Sito personale di Mario Venturi: www.parvimilites.it
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