Guidarello Filippeschi nasce a Orvieto intorno alla metà del 1200 da Alessandro di Giovanni. La famiglia Filippeschi è la più importante famiglia di fede ghibellina nella città di Orvieto.
Nella città dei Filippeschi si era mantenuto un certo equilibrio fra le due fazioni fino al 1266 quando a Benevento vince la parte Guelfa. Il risultato di questa importantissima battaglia ha delle ripercussioni in tutti i comuni d’Italia, compresa Orvieto. Alla fine degli anni ’60 del Duecento molte famiglie ghibelline orvietane vengono indagate per sospetta eresia, ma tra queste non c’è quella dei Filippeschi.
Guidarello compare nelle cronache del tempo per un fatto poco onorevole. Nel 1272 viene accusato insieme ad altri membri della sua famiglia, di aver vendicato la morte di Raniero di Bartolomeo Filippeschi con l’uccisione di Pandolfo Berardini componente di una famiglia alleata dei Monaldeschi, la principale consorteria guelfa di Orvieto. Da questo episodio si accende una violenta faida che il Comune cerca di spengere imponendo l’esilio a venticinque membri della famiglia Monaldeschi ed altrttanti membri di quella Filippeschi.
Con un colpo di mano poco tempo dopo la città di Orvieto passa sotto il controllo dei Monaldeschi che non perdono tempo ed avviano rappresaglie contro la consorteria nemica: Guidarello viene ritenuto il maggiore responsabile dell’omicidio e viene obbligato a recarsi a Gerusalemme e a spedire dalla Città Santa documenti a prova dell’avvenuto pellegrinaggio. Al ritorno dalla Palestina Guidarello avrebbe dovuto vivere cinque anni in esilio in una città posta ad una distanza maggiore di quella presente fra Orvieto e Roma. I Monaldeschi tuttavia esercitano un’egemonia troppo marcata sulla città, ed il Comune, per tentare di controbilanciarla ottiene una riduzione delle pene inflitte alla famiglia Filippeschi. Non sappiamo se Guidarello abbia mai scontato il proprio esilio, ma sappiamo con certezza che nel 1276 è presente in città.
Certamente la sua condotta può essere definita tutt’altro che mite, dal momento che l’anno successivo il Comune lo condanna per aver espugnato Cetona insieme ad i suoi armati senza il permesso del Comune stesso e successivamente viene ancora condannato per reati simili. Addirittura nel 1288 viene sorpreso in città con un coltello e per questo affidato ancora una volta alla giustizia cittadina.
Il suo temperamento e la sua fede ghibellina gli permettono di ritagliarsi un ruolo di primo piano anche sul piano nazionale nell’ambito del partito dei ghibellini. Per questo il Vescovo aretino Guglielmino degli Ubertini lo vuole al suo fianco nella battaglia contro la guelfa Firenze ed addirittura gli è affidata l’Insegna Imperiale.
Guidarello d’Orvieto, insieme al Vescovo Guglielmino, a Guglielmo dei Pazzi e a Bonconte da Montefeltro cade sul campo di battaglia dopo aver lottato con onore per la causa ghibellina.
Per approfondire:
Lucio Riccetti, Dizionario Biografico degli italiani – Treccani
Sito personale di Mario Venturi: www.parvimilites.it
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