DI FRANCO SACCHETTI
NOVELLA CLXI
Sempre fu che tra dipintori si sono trovati di nuovi uomini e fra gli altri secondochè ho udito fu uno dipintore fiorentino il quale ebbe nome Bonamico che per soprannome fu chiamato Buffalmacco e fu al tempo di Giotto e fu grandissimo maestro Costui per essere buono artista della sua arte fu chiamato dal vescovo Guido d’Arezzo a dipignere una sua cappella quando il detto vescovo era signore d’Arezzo. […] E per ristorare il detto vescovo, Bonamico l’ebbe da parte, pregandolo gli dovesse fare nel suo palagio una aguglia, che paresse viva, che fosse addosso a un leone, e avesselo morto. Al quale Bonamico disse: Messer lo vescovo, io il farò, ma me è conviene che io sia coperto attorno attorno di stuoje, e che nessuna persona mi veggia. Il vescovo disse: Non che di stuoje, ma io la farò fare d’assi, sì che starà per forma che mai non serai veduto; e così fece. Bonamico trovati gli alberelli e’ colori, con l’altre masserizie, entrò nella chiusa dove doveva dipignere; e quivi tutto per contrario cominciò a dipignere quello che ‘l vescovo gli avea imposto facendo un fiero e gran leone addosso a una sbranata aguglia; e compiuto che l’ebbe, serrato tenendo quel chiuso, dove l’avea dipinto, disse al vescovo gli mancavano alcuni colori, e che avea bisogno, alcuni serrami serrassi il chiuso, dove dipignea, tantochè andasse e da Firenze. Udito ciò il vescovo fece dare ordine, si serrasse e con chiavistello, e chiave, tantochè Bonamico tornasse da Firenze. E cosi Bonamico si partì e vennesene a Firenze; e ‘l vescovo aspettando ‘l un dì e un altro, e Bonamico non tornando Arezzo, perocchè partito s’era, ed compiuta la dipintura, e con animo di tornarvi più. Quando il vescovo fu stato più dì, e vide che Bonamico non tornava, comanda a certi famigli che vadano a spezzare l’asse del ponte, e veggano quello Bonamico ha dipinto. Di che alcuni andarono, e apersono, e vidono la dipintura fatta; e ciò veduto vanno al vescovo, e dicono: La dipintura sta per forma, che ‘l dipintore v’ha ben servito alla ‘ndreto. E come sta? Fugli detto. E volendone esser certo, l’andò a vedere; e veduta che l’ebbe venne in tanta ira, che gli fece dar bando dell’avere e della persona, e insino a Firenze il mandò a minacciare. E Bonamico rispose a quelli che ‘l minacciava per sua parte: Dì al vescovo, che mi faccia il peggio che puote; che se mi vorrà, converrà che mi mandi la mitera. E cosi avendo veduto il vescovo i costumi di Bonamico, e avendoli dato bando, ripensandosi poi, come savio signore, che ciò che Bonamico avea fatto, avea fatto bene, e saviamente, lo ribandì e riconciliollo a sé; e mandando per lui spesse volte, mentre che visse, lo trattò come suo intimo e fedele servidore.
E così avviene spesse volte che gli uomeni da meno con diverse astuzie vincono quelli che sono da più e fannoseli benivoli quando più attendono a nimicarli.
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