Come si legge nello Statuto di Arezzo del 1327:
Giuro di difendere e tenere la città di Arezzo e il suo contado e distretto, il suo onore, la sua giurisdizione e tutti i beni privati e pubblici della stessa città in buono, integro e pacifico stato, e di non sminuirli, ma di accrescerli secondo le forze, e difendere le chiese, gli ospedali, i pupilli e gli orfani, le vedove e i loro beni e le altre persone miserabili, e di essere ad essi favorevole nel rendere ad essi graziosa e sommaria ragione. Parimenti giuro di difendere e mantenere tutti i cittadini aretini e i loro distrettuali nei loro beni e diritti, in modo che siano difesi da ogni ingiuria; e di fare piena ragione e giustizia per tutti coloro che la richiedono di fronte a me ed ai miei giudici e ufficiali, secondo la forma dello statuto del comune di Arezzo, delle riformagioni e degli ordinamenti legittimamente fatti e da farsi in seguito; e dove non ne parlassero i predetti statuti, riformagioni e ordinamenti, o alcuni di loro, di farlo secondo le leggi comuni; e di non permettere che il denaro del comune di Arezzo venga speso se non secondo lo statuto e gli ordinamenti della medesima città. E giuro che ogni denaro o cosa che deve pervenire al comune di Arezzo, farò in modo che sia data al camerlengo dello stesso comune e non ad altri, in alcun modo. E giuro che io stesso Podestà, per me o per altri o per qualche ufficiale o membro del seguito, non chiederò o accetterò dal comune di Arezzo, da una comunità o da speciale persona, niente oltre il salario pattuito. E generalmente osserverò e farò osservare dai miei ufficiali e membri del seguito tutti e i singoli statuti del comune di Arezzo, le riformagioni e gli ordinamenti legittimamente fatti o da farsi, e in particolare, ed espressamente, osserverò e farò osservare da tutti il capitolo quarto del libro degli statuti del detto comune posto sotto il titolo “La pena per chi contrae matrimonio e lo fa contro la forma dello statuto”, e il capitolo del quarto libro posto sotto il titolo “La pena per coloro che vanno contro la disposizione dello statuto quando qualcuno muore”, come è contenuto negli stessi capitoli e in ognuno di essi.
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