La politica antiaristocratica del governo popolare
Nel 1281 il Comune Popolare entra in aperto contrasto con Guglielmino degli Ubertini. Nel 1284-1285 le milizie comunali attaccano i castelli del Vescovo e della sua famiglia nel Contado. Nel 1287 Guelfo da Lucca diventa Priore delle Arti che ora sono addirittura 15, attraverso le associazioni che mai come ora hanno un ruolo determinante nella politica comunale, mette in atto una politica aggressiva nei confronti della classe aristocratica.
La reazione aristocratica
Questo scatena una reazione da parte degli aristocratici che lasciano per un momento da parte le lotte interne e si uniscono intorno alla figura di Guglielmino, uccidono Guelfo da Lucca, esiliano i maggiori esponenti del ceto popolare e riprendono il potere.
La signoria di Guglielmino degli Ubertini
Nello stesso anno tuttavia, ristabilita la supremazia, i ghibellini forti della guida del Vescovo cacciano i guelfi e diventano padroni della città. Guglielmino degli Ubertini prende la guida ottiene anche ufficialmente la Signoria della città.
I Bostoli fuoriusciti con in testa Rainaldo Bostoli, con l’aiuto della Taglia guelfa di Toscana, devastano i possedimenti degli Ubertini nel Contado, soprattutto in Val d’Ambra, e si impossessano del Castello di Rondine e di Monte San Savino. Questo porta gli Ubertini a chiedere l’aiuto dei ghibellini trasformando Arezzo in uno dei maggiori centri di reclutamento delle forze ghibelline di tutta Italia. Questo progressivo inasprimento a livello regionale dei due blocchi guelfo e ghibellino, unito al fatto che il processo di espansione dei comuni toscani nei rispettivi contadi ha portato questi a stretto contatto gli uni con gli altri istaurando un conflitto fra di essi per una eventuale ed ulteriore espansione, determina una situazione esplosiva in cui i vari Comuni, a seconda della loro appartenenza guelfa o ghibellina, sono pronti ad allearsi per far guerra ai Comuni dell’altra parte.
La battaglia di Pieve al Toppo
Allo scontro aperto si arriva nel 1288: i ghibellini aretini rovesciano il governo guelfo di Chiusi, i guelfi rispondono con un assedio di Arezzo, ma dopo 20 giorni i ghibellini hanno la meglio, i guelfi senesi di ritorno a casa vengono attaccati e sbaragliati a Pieve al Toppo il 25 giugno.
La battaglia di Campaldino
In primavera dell’anno successivo i ghibellini fuoriusciti da Siena e Firenze e rifugiatisi ad Arezzo, devastano il Contado delle rispettive città. La tensione tra i due schieramenti toscani arriva a tali livelli che lo scontro frontale è inevitabile. Seppur Guglielmino degli Ubertini tenti un accordo con Firenze, ostacolato dalla fazione ghibellina aretina, i due eserciti si affrontano in una devastante battaglia a Campaldino l’11 giugno 1289, dove perse la vita lo stesso Guglielmino e Arezzo è battuta. Così il partito filoimperiale ha un netto e brusco ridimensionamento anche se Arezzo non viene conquistata dalle truppe fiorentine.
Per approfondire
Berti, “Arezzo nel tardo Medioevo 1222-1440”
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