Nel 1365 un personaggio appartenente alla Famiglia Albergotti uccide un esponente del Governo dei Quarantotto di nome Egidio da Celaia. Questo atto, ultimo di una probabile serie di esecuzioni efferate provoca una sollevazione di piazza, le case degli Albergottii vengono devastate e si passa ad un governo detto dei Sessanta. Anche questo è l’espressione del popolo della media gente guelfa di cui famiglie come Gazzari e Guasconi sono gli esponenti di spicco. Si caratterizza come il precedente da un’avversità verso la parte ghibellina, si mantiene sotto il protettorato fiorentino ma cerca di essere più attivo del precedente nella politica estera. Chiaro è l’allontanamento della famiglia Albergotti dal potere, così come era avvenuto in precedenza con i Tarlati, i Bostoli e poi i Brandaglia. I Sessanta mantengono probabilmente il potere attraverso la cooptazione nel Consiglio e nei vari Uffici comunali di nuovi membri da parte dei vecchi. Nel 1369 il Comune di Arezzo sotto la guida dei Sessanta riprende Monte San Savino, Foiano e Castiglion Aretino strappati al controllo perugino, e sottrae ai senesi Lucignano.
Nel 1375 per motivi di interesse politico ed espansionistico Firenze crea una coalizione antipapale e scatena una guerra che dura tre anni, chiamata “degli otto santi”. Il governo dei Sessanta aderisce alla lega fiorentina ma la città si spacca in due: i Sessanta, i Bostoli rientrati in Arezzo dopo anni e gli Ubertini anch’essi rientrati, si schierano con Firenze, gli Albergotti, i Tarlati e gli altri ghibellini appoggiano il Papa. In questo stato di cose i Tarlati prima (1376) e gli Albergotti poi (1377) tentano un colpo di stato per portare la città nell’orbita papale. Il primo porta i Sessanta ad estromettere totalmente i ghibellini dagli Uffici comunali, il secondo porta alla cattura del Vescovo cospiratore Giovanni Albergotti e all’incendio delle case di famiglia. Il Vescovo Albergotti fugge dal carcere e si allea con i Tarlati. Anche se il Governo dei Sessanta esce vittorioso da questi tentativi di rovesciamento, subisce una sconfitta in Casentino ad opera dei Tarlati. Nell’estate del 1378 finisce la guerra fra Firenze ed il Papa e di conseguenza rientrano in Arezzo Ubertini, Bostoli, Brandaglia ed Albergotti, compreso il Vescovo Giovanni. Gli unici a restare in esilio sono i Tarlati, troppo temuti e potenti.
Per approfondire
Berti, “Arezzo nel tardo Medioevo 1222-1440”
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