Forse non tutti sanno che Arezzo, seppur per un breve periodo, ha avuto una sua moneta: il “Grosso”.
Verso la seconda metà del 1200, su volere del Vescovo Guglielmo degli Ubertini, conscio della necessità che la città mantenesse uno status di indipendenza e libertà, fu coniata una moneta in argento. Il “Grosso”.
La “zecca aretina”, sita all’interno delle mura presso il palazzo del Capitano del Popolo, oggi sede della Fondazione Ivan Bruschi, produsse questa moneta per circa un ventennio, e fu usata soprattutto per il commercio con le principali città adriatiche. La produzione però fu bruscamente interrotta dopo la sconfitta nella battaglia di Campaldino, l’11 giugno 1289.
La moneta presenta un lato con la croce patente e l’altro con San Donato “nimbato” (con aureola).
Nonostante la moneta “aretina” abbia avuto vita breve, è tutt’ora in uso quale premio che i Maestri del Lavoro di Arezzo ricevono ogni anno il giorno della Festa della Repubblica, durante una cerimonia ufficiale.
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