Via Bicchieraia è il nostro cuore, il centro della nostra associazione. Qui si trovano infatti la nostra sede ed i vari locali dove conserviamo i costumi, i vessilli con le insegne della città e le armi dei fanti. Oltre che per la nostra presenza via Bicchieraia è importante per tutta la città per la presenza di un piccolo ma efficientissimo teatro, all’interno del quale sono passati centinaia di attori locali e grandi personaggi di fama nazionale ed internazionale. Altro valore aggiunto di questa via è l’imbattibile vista che si ha sul campanile della Pieve di Santa Maria e che permette a tutti gli appassionati di fotografia di portarsi a casa degli scatti unici. Fatto questo preambolo passiamo ora alla parte che più ci interessa. Perché questa via ha questo nome e qual è la sua storia? Se risaliamo al Medioevo scopriamo che già a quei tempi questo era il nome della via. Quasi certamente le venne data questa denominazione facendo riferimento alla massiccia presenza in quell’area di botteghe artigiane che producevano bicchieri e altri utensili per la tavola. Altro nome con cui la via era conosciuta fino al Seicento era quello di “Borgo San Piero”, dovuto alla presenza della facciata della chiesa di San Pier Piccolo sulla via.
A livello architettonico nel Medioevo questa via appariva in modo un po’ diverso da come è ora. Sappiamo che erano presenti quattro torri, ormai andate perdute. La prima era lo stesso campanile della chiesa nominata poc’anzi. Procedendo verso la Pieve di Santa Maria potevamo incontrare le altre tre torri. Una si trovava all’attuale N. 37, adiacente al palazzo della banca d’Italia, ed è ancora molto visibile seppur scapitozzata. Le altre due si trovavano più avanti, al numero 10 e 1. Sulla prima ci sono dei dubbi sulla proprietà, forse apparteneva alla famiglia dei Camaiani o forse a quella dei Sassoli. Sulla torre al numero 1 non ci sono dubbi ed apparteneva alla famiglia dei Marsupini. La forma della torre è ancora ben visibile seppur anch’essa, come le altre, è stata privata della sua altezza.
Facendo un passo indietro altre due cose ci possono interessare di questa via. La prima è una maestà databile al XV secolo. L’opera si trova a pochi metri dalla nostra sede, sempre sullo stesso palazzo, ma spesso passa inosservata per il suo irrecuperabile stato di conservazione. Si trova in quel punto perché un tempo quello era la facciata esterna della seconda cosa che a noi interessa ovvero il convento dei Servi di Maria. L’ordine, fondato a Firenze nel 1233, fu presente ad Arezzo a partire da fine Trecento e alla loro custodia, oltre che ovviamente il convento, venne affidata dai benedettini la già citata chiesa di San Pier Piccolo.
Samuele Oroni
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